Ambiente e capitalismo, la convivenza impossibile

PRESENTAZIONE DELL’OPUSCOLO: “AMBIENTE E CAPITALISMO”: LA CONVIVENZA IMPOSSIBILE”
MERCOLEDÌ 16 FEBBRAIO, ORE 16, CSOA CORTO CIRCUITO – Via Filippo Serafini 51
L’infarto ecologico del Pianeta è ormai da qualche decennio sotto gli occhi di tutti.
Di fronte a questa corsa verso il baratro, la maggior parte dei governi si limita da anni a stipulare accordi a ribasso senza obiettivi chiari e senza che questi abbiano ripercussioni tangibili su una situazione che va sempre più peggiorando.
Infatti, se l’esigenza più immediata sembra essere il contrasto a
l cambiamento climatico, non è possibile agire su un problema di cui non si indaga la causa: dobbiamo capire come siamo arrivati a questo punto e dove andremo, continuando su questa china.
Questa confusione sulle cause e le implicazioni dei cambiamenti climatici investe pericolosamente anche i movimenti ambientalisti. Nonostante la coscienza ambientale si sia rafforzata negli ultimi anni, le pressioni che in un modo o nell’altro i movimenti tentano di esercitare sulle scelte della classe dirigente hanno portato a niente meno che ad una retorica macchiata di verde e sono anzi state colte al balzo e strumentalizzate per rilanciare i processi di accumulazione capitalistica rallentati dalle crisi sempre più frequenti che investono questo modo di produzione.
Il risultato di questa strumentalizzazione – che si esplica in momenti come il coinvolgimento della ‘youth4climate’ nella PreCop26 – è l’assoluta deconflittualizzazione di una generazione che ha invece ogni giorno sotto gli occhi l’incompatibilità tra il capitalismo e la sopravvivenza degli ecosistemi in cui possiamo vivere. È infatti evidente che (in un sistema che si muove in direzione della massimizzazione del profitto ed ignora la limitatezza della biosfera) il continuo incremento dei ritmi di produzione, circolazione e vendita delle merci non può essere messo in discussione (neanche di fronte, ad esempio, ad una pandemia). Tutto può essere sacrificato: decine di migliaia di morti così come interi territori, oceani e montagne.
Per questa ragione, sentiamo che spetta a noi marxisti costruire le basi teoriche per un’alternativa che vada a fermare il treno dell’accumulazione capitalistica e provi ad invertire la direzione di marcia, per non soccombere al collasso ambientale.
Da questo proposito è scaturito un percorso di analisi, formazione ed informazione che ha avuto un primo momento di confronto pubblico a Luglio 2021: il Convegno Nazionale “Contro la crisi ecologica serve una Exit Strategy”, al quale hanno contribuito movimenti e realtà che lottano per la giustizia ambientale, oltre che scienziati ed intellettuali che condividono con noi la convinzione che un cambiamento radicale di questa realtà è necessario.
Da questo momento abbiamo tratto un opuscolo, pubblicato in collaborazione con Contropiano.org: “Ambiente e Capitalismo: la convivenza impossibile”.
Partendo dalle considerazioni marxiane sulla proprietà della terra, si pongono le basi per un’indagine scientifica del rapporto Capitale/Natura, sondando questioni come la riproducibilità delle risorse ed i limiti del Capitale.
Si tratta di un primo passo nel radunare gli strumenti di analisi necessari ad affrontare praticamente il problema di costruire un movimento ambientalista conflittuale e consapevole, in cui i comunisti sappiano indicare che l’alternativa c’è, ed è fuori da questo sistema.