Ad un anno dallo sgombero del Corto Circuito.


Il 13 ottobre 2016 il quartiere Lamaro/Cinecittà si è trovato protagonista di un evento disastroso in cui 300 agenti fra polizia, carabinieri e municipale, bloccavano l’intera zona per chiudere e sequestrare l’unico punto pubblico, aperto a tutti i cittadini, luogo di scambio culturale e socializzazione , laboratorio variegato per le molteplici attività svolte, spazio occupato e autogestito: il csoa Corto Circuito.
Da quel giorno è passato un anno nel corso del quale non siamo stati certo fermi e abbiamo espresso il nostro disappunto e la nostra rabbia sia sfilando in corteo e per il quartiere e per le vie del centro, sia percorrendo le cosiddette “vie burocratiche e legali” che tanto piacciono ai nuovi governanti di questa città, anche attraverso l’incontro dell’allora assessore al Patrimonio Mazzillo e successivamente con la presidente del Municipio Lozzi .
Nei vari incontri avuti nel corso della trattativa, durante i quali peraltro Mazzillo esprime la volontà di messa in sicurezza dell’area in questione mentre la Lozzi riconosce al corto un ruolo importante all’interno del quartiere, si arriva alla determinazione (almeno verbale) di restituire l’area all’associazione assegnataria con delibera n. 26/96 in attesa dell’uscita di un nuovo regolamento generale.
Nel frattempo però cambia l’assessore al Patrimonio e, come ormai da prassi consolidata dei 5 Stelle che non sembrano avere una strategia politica generale, si ricomincia da capo, con l’aggravante di un mancato passaggio di consegne tra l’uscente Mazzillo e la neo assessora Castiglione (la quale sembra avere una linea più vicina ai palazzinari che ai cittadini) siamo tornati al punto di partenza.
Anzi, per meglio dire, facciamo forse dieci passi indietro dal punto di partenza , visto che la Castiglione con la scusa del doversi studiare le carte prende tempo.
Insomma di fronte ad una situazione davvero inaccettabile dove chi ha gridato alla legalità in campagna elettorale una volta al potere sceglie di non agire piuttosto che sporcarsi le mani e prendersi le proprie responsabilità, dimostrando non solo la mancanza di un chiaro disegno politico per questa città ma soprattutto grande incompetenza amministrativa, decidiamo come da nostra abitudine di metterci la faccia e di agire .
Quindi con un atto di responsabilità politica e civica il 9 ottobre cominciamo a mettere in sicurezza il manufatto in bioedilizia ( unica realtà europea di questo tipo) ma già il giorno successivo, 10 ottobre ci ritroviamo con il solito squadrone di vigili i quali efficientissimi e puntualissimi, appongono di nuovo i sigilli al Corto Circuito.
Insomma l’amministrazione comunale quando deve prendere decisioni “politiche” si prende un tempo indeterminato, cercando di sporcarsi le mani il meno possibile, ma quando si tratta di tirare fuori i muscoli è efficiente e professionale in modo quanto mai sospetto.
E’ inaccettabile che la situazione Corto come quella di tutte le altre vertenze patrimoniali e abitative di questo quartiere e di questa città non siano “sistematicamente” e, forse, strategicamente affrontate e risolte; è inaccettabile che siano sempre e comunque le fasce più deboli della cittadinanza a dover pagare.
Il cambiamento non può essere solo urlato, va anche attuato sporcandosi le mani e mettendoci la faccia …….. noi comunque oggi più che mai, consapevoli che non ci sono governi amici dei più deboli, siamo e saremo sempre al fianco di chi subisce ingiustizie, al fianco dei poveri, dei precari, dei disoccupati e di tutti coloro che soffrono un disagio sociale.

LE COMPAGNE E I COMPAGNI DEL CSOA CORTO CIRCUITO