Il Corto ancora sotto attacco, sul centro sociale lo spettro della speculazione

Da qualche giorno nel quartiere di Cinecittà circolano alcune voci su interessi di costruttori vari riguardo all’area in cui si trova il Corto Circuito su Via Filippo Serafini.

Si parla anche di una eventuale realizzazione di un parcheggio, anche se il Comune smentisce che ci siano richieste di cambi di destinazione d’uso. Il tutto va a sommarsi, però, anche agli ultimi fatti sempre più anomali, come la perquisizione della casa di una compagna storica del centro sociale alla ricerca di inesistenti prove che la possano mettere in relazione con la violazione dei sigilli apposti tempo fa. Mentre ricordiamo che uno dei compagni più conosciuti e appassionati come Nunzio D’Erme, è ancora agli arresti domiciliari per la vicenda legata all’incursione dei neofascisti respinti ad un convegno che aveva come tema il contrasto all’omofobia e alle discriminazioni di genere nel X Municipio.

Lo storico centro sociale, da anni luogo di aggregazione e corpo vivo della periferia romana, sembra essere ancora nel mirino della speculazione edilizia, visto l’accanimento degli ultimi tempi. Non smetteremo mai di ripeterlo abbastanza, giù le mani dal Corto, giù le mani da quei spazi sociali che rendono più vivibili le nostre città, giù le mani da chi lotta da anni contro le ingiustizie!

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Non guerra tra poveri ma guerra contro i poveri

Da alcuni mesi a questa parte stiamo assistendo ad un attacco feroce e a tutto campo nei confronti degli strati più poveri e deboli della nostra società: il mai eletto governo Renzi con politiche e riforme che invece di allargare restringono i diritti di lavoratori precari, pensionati e disoccupati peggiorandone le condizioni di vita; ascari, più o meno consapevoli al servizio di inedite coalizioni di forze politiche dichiaratamente fasciste, seminano odio nelle periferie e attaccano militarmente gli ultimi degli ultimi scelti come capro espiatorio che va sacrificato per placare l’ira degli dei; padroni che amerebbero essere definiti imprenditori chiudono aziende con bilanci positivi lasciando sul lastrico migliaia di lavoratori per andare a cercare maggiori profitti in altri paesi o licenziano arbitrariamente lavoratori “scomodi”; forze dell’ordine scatenate a reprimere con violenza operai, studenti, disoccupati e chiunque osi protestare con decine di arresti, da Nord a Sud, di attivisti NO TAV, dei CSOA o dei movimenti per il diritto all’abitare; violente campagne di sgomberi nei confronti di famiglie e spazi sociali che, in risposta ad un diritto negato come la casa o uno spazio per attività sociali, hanno occupato stabili fatiscenti e abbandonati; squadracce fasciste che con sorprendente coincidenza riappaiono in un momento come questo per bastonare chi si batte per la giustizia sociale.

E’ in questo quadro di vera e propria guerra non dichiarata che, come attivisti/e del CSOA Corto Circuito di Roma, vogliamo prendere parola per esprimere solidarietà a tutti/e coloro che di questi tempi subiscono l’attacco dello stato dei fascisti e dei padroni e per denunciare pubblicamente la pericolosa situazione del CSOA che, dopo l’incendio di due anni fa, ha evidentemente risvegliato gli appetiti di chi nelle periferie vede solo occasioni per speculare ed arricchirsi. E’ di pochi giorni fa la notizia -giuntaci informalmente- che qualcuno avrebbe messo gli occhi sull’area del Corto per realizzarci un parcheggio, notizia che ci arriva in contemporanea all’ anomala perquisizione, ad opera della polizia di Roma capitale, della casa di una nostra compagna alla ricerca di inesistenti prove che la possano mettere in relazione con la violazione dei sigilli. Sigilli apposti a suo tempo, da un solerte giudice, alla struttura temporanea (un tendone) utilizzata in sostituzione del padiglione distrutto dall’incendio.

Siamo dunque di fronte ad una situazione paradossale: il comune non ricostruisce una sua proprietà andata a fuoco, né ci autorizza a farlo; un giudice sequestra la struttura provvisoria che sostituisce l’immobile distrutto; uno speculatore del posto vorrebbe fare un parcheggio giusto giusto sulle rovine. Consapevoli del ruolo svolto dal Corto in questi 25 anni sul piano sociale attraverso le attività aperte al quartiere: la palestra e la scuola popolare, la ciclofficina, l’orto sinergico, il parco Stefano Cucchi, l’osteria popolare ed il campo di calcetto Auro Bruni. In questi anni abbiamo sottratto al “degrado” di una periferia in cui non c’è nulla centinaia di ragazzi/e rendendoli protagonisti di condivisione e comunità, unici veri argini culturali a sopraffazione e discriminazioni. Lo facciamo quotidianamente creando decine di posti di lavoro autogestiti e fuori dalle logiche di sfruttamento con attività culturali di ogni tipo, con il Corto sempre in prima linea come laboratorio politico nell’ambito cittadino, nazionale ed internazionale.

Consapevoli di tutto ciò che è la nostra storia,

MANDIAMO A DIRE ALL’AMMINISTRAZIONE IMMOBILE, AL GIUDICE SOLERTE ED ALLO SPECULATORE AMMANICATO CHE QUI AL CORTO NON PASSERANNO

CHE SE UNA COSA ABBIAMO IMPARATO E’ CHE SOLO CON LA LOTTA SI PUO’ CAMBIARE

E CHE A QUESTO POSTO ABBIAMO DEDICATO UNA VITA E SE NECESSARIO CON LA VITA LO DIFENDEREMO

NUNZIO LIBERO

Guarda l’intervista video a Nunzio D’Erme sul Corto Circuito prima degli arresti




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