lettera della scuola popolare Cortocircuito aperta alla città e ai commissari di Roma
Franco, Francesco Paolo,
non ci conosciamo ma ci permettiamo un tono informale perché anche voi non conoscete noi, eppure vi sentite in diritto di decidere delle nostre vite.
Siamo gli studenti e le studentesse della Scuola Popolare del Corto Circuito. Cos’è? Qualcuno di voi o del vostro staff si è mai preso la briga di sapere quali attività vengono svolte quotidianamente al Corto Circuito?
La risposta la conosciamo già ed è il motivo di questa lettera: da 7 anni la Scuola Popolare del Corto Circuito accoglie gratuitamente e volontariamente bambini e adolescenti del quartiere e di quelli limitrofi, mettendo a disposizione la supervisione di giovani insegnanti motivati per un programma di sostegno allo studio, ripetizioni scolastiche e aiuto dei compiti, nella disperata lotta contro la dispersione scolastica, a favore del diritto allo studio, con l’intenzione di togliere il maggior numero di ragazzi dalla strada, ricoprendo un vuoto istituzionale che non fornisce agli abitanti delle periferie romane alcuna forma di assistenza o solidarietà sociale.
Voi tutto questo lo ignorate, come evitate di ricordare la storia del Corto Circuito e di riconoscere la valenza sociale di uno spazio pubblico occupato che, da più di un quarto di secolo, rappresenta una realtà attiva all’interno del territorio e che consente alle famiglie di compensare la mancanza di diritti con l’autogestione, l’organizzazione dal basso e il mutuo soccorso.
Grazie al Corto Circuito, gli abitanti di una periferia povera e abbandonata come Lamaro-Cinecittà, riescono ad avere servizi, accoglienza e accesso gratuito al sapere, nonché una reale possibilità di partecipazione alla vita sociale del quartiere.
Cultura e autodeterminazione, quelle stesse che rendono i cittadini onesti, liberi, consapevoli e partecipativi e che rappresentano la paura più grande della politica.
Cosa può sapere chi ignora tutto ciò? Ignoranti damerini che nelle loro auto blindate, con le scorte, con i pranzi di lavoro, le carte di credito istituzionali con dentro i NOSTRI soldi, parlano di Patrimonio e di riappropriazione.
Ma anche voi, che ignorate e non rappresentate nessuno, voi che rappresentate solo una distonia della democrazia e calate dall’alto come scuri decisioni prese in stanze chiuse, senza alcuna forma di discussione e partecipazione popolare.
Voi che nascondete dietro alla pantomima della sicurezza e della legalità, i sporchi interessi dei soliti amici costruttori.
Sappiate invece che noi tutto questo meccanismo lo conosciamo bene e non vi permetteremo di toccare i nostri spazi, ottenuti, riqualificati e gestiti con le sole risorse ed energie dei cittadini, per permettervi di costruirci l’ennesimo centro commerciale, l’ennesima colata di cemento, l’ennesima speculazione, senza alcuna traccia di walfare e utilità sociale, ma finalizzata ad arricchire le tasche dei mafiosi.
Ricordate bene che noi non staremo a guardare silenti, mentre ci viene negato il diritto allo studio, il libero accesso alla cultura, il nostro futuro. Non cederemo ai ricatti della solita truffa politica che, con la scusa dell’emergenza, toglie ai cittadini la loro sovranità per metterla nelle mani di ricchi burocrati, commissari abusivi, imprenditori e palazzinari.
Siamo solo ragazzi, bambini e studenti pronti a difendere, con tutte le forze e assieme alle famiglie e agli insegnanti, il nostro spazio, la nostra storia, la nostra vita e tutte le attività che si svolgono quotidianamente all’interno del Corto Circuito senza alcun sostegno pubblico e che rappresentano l’unico vero PATRIMONIO che vive in via F. Serafini e che le istituzioni dovrebbero RICONOSCERE e PROMUOVERE, anziché criminalizzare.
Non spetta a noi insegnarvi che la gestione della cosa pubblica debba seguire le logiche e le finalità del welfare e dell’utilità sociale prima che del profitto e della rendita finanziaria.
Noi siamo sicuri al 100% della nostra onestà intellettuale e sentiamo di vantare un credito nei confronti delle istituzioni, chiediamo pertanto un riconoscimento formale del valore sociale della nostra Scuola Popolare e di tutte le realtà analoghe all’interno della città, uniche boe di salvataggio nel mare inquinato dei malaffari di Mafia Capitale che fingete di contrastare.
Gli studenti, le studentesse, gli insegnanti della Scuola Popolare del Corto Circuito e loro famiglie.