SIAMO IN BALLO ADESSO! Serata a sostegno del csoa Corto Circuito

VENERDÌ 2 FEBBRAIO 2018 al csa Intifada

SIAMO IN BALLO ADESSO!
Serata a sostegno del csoa Corto Circuito

-ASSALTI FRONTALI E ILL NANO

-RASTA BLANCO outta RADICI NEL CEMENTO ( Showcase)

– TZUNAMI MASSIVE

– FRANIKO CALAVERA ( warm up and after show)

Durante la serata ci sarà un banchetto informativo sulla situazione del csoa Corto Circuito e ci saranno due proiezioni dedicate:

– “Il Corto Sospeso” (di Pino Bertucci)
– “Arte pubblica a sostegno del Corto Circuito” (Sanza Meta
Produzioni)

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SOSTENENDO IL CAMBIAMENTO CI RIPRENDIAMO LE NOSTRE RESPONSABILITÀ E LE NOSTRE VITE

Vogliamo mandare un segnale forte a chi vorrebbe il nostro spazio chiuso e abbandonato, rilanciando tutte quelle attività culturali, sociali e politiche che da quasi 30 anni fanno del csoa Corto Circuito un punto di riferimento per il territorio e la città. Stiamo perciò lavorando senza sosta per continuare a far vivere e manutenere il centro sociale e tutte le sue attività, per restituirlo al quartiere e a tutti coloro che in questi anni lo hanno attraversato, vissuto e sostenuto.
Non ci arrendiamo al vuoto istituzionale e al silenzio che spiana la strada alla speculazione privata e mafiosa, ma stiamo portando avanti una campagna benefit di solidarietà che dica a gran voce che il csoa Corto Circuito Esiste e Resiste, nonostante lo spazio sia sotto attacco continuo.

Ma cosa è successo al cosa Corto Circuito?

Vi raccontiamo un pezzo di storia:

Il 13 ottobre 2016, tra lo sconcerto della popolazione residente dovuto allo spropositato impiego di agenti, e blindati a bloccare l’intero quartiere, i preposti corpi di Polizia Giudiziaria e di Polizia Locale, ponevano sotto sequestro non solo alcune porzioni dell’aria in concessione ma ancor più inspiegabilmente una grande quantità di attrezzature necessarie allo svolgimento delle attività del Centro Sociale.
Il centro sociale Corto Circuito, dopo circa 26 anni, è stato costretto ad interrompere gran parte delle sue attività con grave danno per i molti abitanti del quartiere e della città.
Il 7 dicembre 2016 il Tribunale Di Roma (Sezione del Riesame), ha annullato il provvedimento di sequestro dell’area. Immediatamente abbiamo riaperto il cancello principale e da subito creato delle iniziative a sostegno della ripresa economica dello spazio, per saldare i debiti accumulati nel processo di Ricostruzione. Inoltre abbiamo lavorato con costanza per spingere l’amministrazione comunale, nella figura dell’Assessore al Patrimonio, ad una presa di posizione sugli edifici ritenuti abusivi, in particolar modo sul manufatto costruito a seguito dell’incendio del 2012. Si tratta di un edificio completamente eco-sostenibile e bio-compatibile progettato in Permacultura e costruito con la tecnica “Greb”, con l’utilizzo di materiali naturali quali balle di paglia, legno e terra cruda, con annesso sistema di “fitodepurazione” dell’acqua. Oltre alla sostenibilità dei materiali, stiamo parlando di un processo partecipato che nasce dal basso, in cui viene data nuovamente importanza alla socialità e l’aggregazione, il mutuo insegnamento e apprendimento senza logiche di profitto. Si propone effettivamente un modello innovativo di rigenerazione del tessuto urbano della città, una scelta del tutto coerente con le indicazioni ed i modelli più progressivi a livello internazionale.
All’immobilismo e al silenzio amministrativo, garantito dal nuovo Assessore al Patrimonio Castiglione, abbiamo contrapposto la nostra determinazione rispetto alla messa in sicurezza del Manufatto sotto sequestro, ma repentina in quel caso la risposta di vigili e carabinieri per porre nuovamente i sigilli.
L’8 novembre 2017, dopo varie sollecitazioni e proteste da parte nostra per l’inconcludenza politica dell’amministrazione rispetto alla risoluzione di questa vertenza, si è concretizzato un incontro all’interno dello spazio sociale con la Commissione Comunale congiunta Patrimonio-Cultura e in presenza di vari tecnici e figure politiche del VII municipio. I pareri espressi durante questo incontro andavano verso una soluzione positiva e rapida, in quanto è stato riconosciuto il valore sociale e ambientale del Manufatto in questione. Ma da quel giorno nuovamente non abbiamo più avuto alcuna risposta.
Il 7 dicembre, per assurdo dopo due mesi dall’incontro che avrebbe potuto essere risolutivo, è stata emessa dalla Direzione Tecnica dell’Ufficio Disciplina Edilizia del Municipio VII, una determinazione dirigenziale in cui veniamo sollecitati a demolire le opere abusive sottoposte al sequestro. Non ci pieghiamo alla politica della svendita del patrimonio pubblico e all’abbattimento di uno spazio che da sempre è stato punto di riferimento per attività politiche, sociali e culturali e fucina di nuovi progetti dal basso, per la valorizzazione della periferia romana e delle vertenze cittadine.

PER LA SOCIALITÀ, LA CULTURA, LA POLITICA E LA PARTECIPAZIONE DAL BASSO!

GLI SPAZI SOCIALI NON SI TOCCANO!

HASTA LA VICTORIA! COL CORTO NEL CUORE!