IL RISCATTO DELLE PERIFERIE. PER UNA NUOVA VISIONE DELLA CITTA’, PER UN NUOVO MODELLO DI SOCIETA’

Le proposte della Carovana delle Periferie che verranno discusse nell’assemblea cittadina di sabato 27 febbraio a Roma (dalle 10.00 alle 17.00 al centro sociale Spartaco, zona Quadraro)

La Carovana delle Periferie è un’alleanza di comitati, gruppi di azione, sindacati di base, attivisti sociali che ha deciso di dare vita ad una organizzazione sociale di massa per riscattare la nostra vita, per dare un futuro dignitoso alle nostre periferie.
Abbiamo deciso di mettere alla porta coloro che portano la responsabilità delle scelte politiche e amministrative che hanno portato la città allo sbando, le periferie al degrado, che hanno regalato i servizi sociali, le aziende municipali e le esigenze abitative ai gruppi e agli speculatori privati, che sono stati complici della rete di Mafia Capitale.carovana delle periferie
Su Roma pesa adesso l’ipoteca del commissariamento e i diktat previsti dal DUP (Documento Unico di Programmazione) che impone privatizzazioni e tagli dei servizi, riduzione delle retribuzioni dei lavoratori, chiusure e sgomberi degli spazi sociali e culturali autogestiti. Ma il DUP è la conseguenza più diretta della logica di “lacrime e sangue” imposta dall’alto – dall’Unione Europea e dal governo – attraverso i vincoli del Patto di Stabilità e dell’obbligo di pareggio di bilancio. Accettando questi vincoli – europei, nazionali, locali – diventa impossibile ogni scelta di investimenti e destinazione di risorse alle esigenze popolari piuttosto che agli interessi delle banche, ai grandi gruppi privati, alle multinazionali. E’ odioso e inaccettabile vedersi imporre da Bruxelles o dal governo Renzi i tagli alle prestazioni sanitarie, alle pensioni, alle retribuzioni di chi lavora, ai trasporti e poi vedere che vengono sforati i vincoli di bilancio per dare i soldi per le spese militari, per gli interventi militari all’estero, per le guerre in cui alla fine le uniche vittime è la povera gente, sia nelle nostre città che nei paesi aggrediti.
Noi vogliamo cambiare completamente registro, a cominciare dai nostri quartieri e dalla nostra città.
Dobbiamo metterci in cammino per dare una svolta a questa città, non consegnarla nelle mani del comitato di affari che l’ha devastata, impoverita, resa inospitale.
Adesso vogliamo che a decidere le priorità sociali di Roma sia invece la gente, siano gli abitanti, i lavoratori, precari, i disoccupati. Per decidere occorre avere proposte alternative alle miserie e ai progetti messi in campo da Comune, Regione, dirigenti, politici, manager e speculatori; occorre essere disposti a sostenerle e a lottare per la loro realizzazione; a resistere davanti alla prepotenza, a riconquistare una democrazia che ci è stata sottratta. Siamo pronti a dare battaglia nella città contro il programma dichiarato nel DUP di privatizzazione dei servizi pubblici, di dismissione del patrimonio pubblico. Siamo contrari a una politica che vuole mettere a profitto gli immobili pubblici che spesso, grazie all’organizzazione dal basso, sono stati sottratti all’abbandono, alla speculazione di turno. Crediamo che il variegato mondo degli spazi sociali e delle varie forme di attivismo sociale siano una risorsa per la città e non un problema. La battaglia per la difesa del pubblico come servizio sociale, collettivo e popolare è un punto centrale dell’altra città che vogliamo. Da questo punto di vista, la questione del trasporto pubblico e della sua difesa, anzi del suo potenziamento, non è solo la difesa di un diritto naturale alla mobilità sostenibile per tutti, ma anche un’ occasione per contrastare la criminalizzazione dei dipendenti pubblici, campagna che vuole mettere in contrapposizione i cittadini /passeggeri contro i cittadini/lavoratori.

La Carovana delle Periferie propone al confronto e all’azione comune una sua visione della città, un modello di società, gli strumenti per realizzarle, per porre fine ad una città che riduce le periferie come discarica sociale e riaffermi la piena realizzazione della città di tutti i suoi abitanti, italiani o immigrati che siano.
Le nostre proposte:

• Chiediamo di avviare un Piano Metropolitano per il lavoro che abbia come scelta prioritaria la reinternalizzazione dei servizi sociali oggi affidati ai privati – siano esse aziende o cooperative – che sono prosperate intorno ad un sistema che ha prodotto Mafia Capitale. Gli organici del Comune o delle aziende municipali (Atac, Ama, Acea etc,) sono al di sotto delle necessità per garantire un servizio decente. Di fronte alla disoccupazione dilagante tra i giovani e gli ultracinquantenni, occorrono assunzioni e non licenziamenti, ampliamenti della pianta organica del Comune di Roma, dalla quale mancano 8.000 addetti necessari per far funzionare i servizi;

• La Regione Lazio non sta usando i Fondi strutturali Europei per dare risposte concrete alle esigenze popolari in termini di servizi e di occupazione . Le risorse economiche continuano ad alimentare quelle imprese private che da sempre vi accedono senza creare nuovo lavoro e di qualità. I finti programmi per l’occupazione (vedi Garanzia Giovani o i contratti di ricollocazione) creano solo false aspettative mentre i disoccupati continuano a crescere nelle periferie. E’ da queste che bisogna ripartire per creare occupazione, inclusione sociale e sostenibilità ambientale. Ma la Regione Lazio, unica regione italiana insieme al Trentino e a Val d’Aosta, non ha previsto risorse dedicate all’Agenda Urbana come invece hanno fatto tutte le Regioni, specie quelle con Città metropolitane. Pretendiamo che venga definita l’Agenda Urbana per Roma Capitale e che la distribuzione dei fondi europei veda come prioritari il lavoro o il reddito ai disoccupati e la riqualificazione delle periferie;

• Chiediamo un Piano metropolitano per le abitazioni che affermi come prioritario il diritto all’abitazione delle famiglie e non la proprietà privata degli immobili o la rendita fondiaria speculativa. Nessuno sfratto deve essere eseguito se non ci sono alternative abitative vere per chi viene sfrattato. Le emergenze abitative devono trovare risposte rapide, con il patrimonio abitativo pubblico oppure requisendo le decine di migliaia di alloggi tenuti sfitti dagli speculatori. I costruttori privati continuano a consumare suolo e territorio per costruire autostrade inutili e costose o palazzi che rimangono vuoti e invenduti, mentre la gente finisce in mezzo alla strada, è costretta alla coabitazione o all’occupazione di case e edifici. Il patrimonio delle case popolari non deve essere privatizzato ma gestito bene ed anzi va ampliato con forti investimenti nell’edilizia sociale;

• E’ urgente una immediata moratoria del cemento per tutti quei provvedimenti urbanistici che distruggerebbero per sempre quello che è rimasto dell’Agro Romano e delle residue aree ancora libere in città. Va bloccata l’espansione edilizia incontrollata e caotica che con le “compensazioni e perequazioni urbanistiche”, ha favorito la speculazione, la depredazione del territorio e lo ha riempito solo di palazzoni vuoti, invenduti, devastanti. Vanno bloccate e sostituite con soluzioni alternative le grandi opere inutili come l’autostrada Roma-Latina e il nuovo GRA, vanno stoppati i grandi eventi come il progetto della cementificazione di Tor di Valle (intorno al nuovo stadio della Roma) e le Olimpiadi 2024, eventi che lasciano solo un mucchio di debiti che poi deve pagare la gente;

• Roma è una città globale e meta di un turismo di massa che produce però pochi benefici agli abitanti e tanti problemi. I proventi del turismo a Roma finiscono nelle casse di poche multinazionali o del Vaticano, gran parte degli introiti di musei e aree archeologiche finiscono nelle casse di società private invece che del Comune. Il turismo è diventato una risorsa per pochi e un problema per molti. Noi chiediamo una completa redistribuzione degli introiti del turismo a Roma affinchè ne possano beneficiare anche gli abitanti della periferia. Il grande business su Roma guarda più ai 13 milioni di turisti/consumatori che la visitano ogni anno piuttosto che ai tre milioni di abitanti della città. Il centro è stato di fatto espropriato e trasformato in una città-vetrina distante, ostile, estranea, irraggiungibile per chi vive nelle periferie. Vogliamo che Roma sia innanzitutto la città dei suoi abitanti sulla base dell’uguaglianza di tutti i suoi cittadini, romani o stranieri che siano;

• Chiediamo di poter decidere sulle scelte per la città attraverso decentramento e partecipazione. In tal senso sosteniamo l’istituzione dei Comuni Metropolitani, a partire dall’affidare potere vincolante e risorse economiche ai 15 municipi di Roma e ai comuni dell’area metropolitana. Contestualmente, diventa inutile il Consiglio Comunale di Roma Capitale o il Consiglio della Città Metropolitana di Roma che non è stato eletto da nessuno. Il Nuovo Consiglio dell’Area Metropolitana di Roma dovrà avere solo poteri di controllo ed indirizzo generale ma deve essere eletto da tutti i cittadini;

• Intendiamo costruire nei quartieri e nei territori dei Comitati Popolari di Controllo composti da lavoratori/utenti per sbarrare la strada alle scelte imposte dall’alto e pretendere che ogni decisione che investe un quartiere o un territorio venga decisa insieme ai loro abitanti e non dai manager o dai dirigenti del Comune e della Regione.

Su queste proposte la Carovana delle Periferie apre il confronto con la città e intende praticare la necessaria partecipazione, resistenza e conflitto per realizzarle.

Carovana delle Periferie

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